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Come curare la parodontite / piorrea

  1. DEVI SAPERE CHE LA PIORREA SI PUO’ CURARE.
  2. DEVI SAPERE CHE POTRESTI NON GUARIRE COMPLETAMENTE MA LA CURA CI DARA’ LA POSSIBILITÀ DI CONTROLLARE E RALLENTARE IL PEGGIORAMENTO

RICORDA: TUTTE LE TERAPIE DELLA PARODONTITE-PIORREA HANNO I 2 SEGUENTI OBIETTIVI:

  1. RIDURRE LE TASCHE GENGIVALI
  2. CONTENERE LA CONTAMINAZIONE BATTERICA

Il trattamento della parodontite richiede una grande grande grande collaborazione del paziente.

Il trattamento della parodontite prevede fasi ben precise e ormai codificate dalla comunità scientifica internazionale.

FASI DELLA TERAPIA PER LA MALATTIA PARODONTALE

  1. controllo dei fattori di rischio 
  2. terapia parodontale non chirurgica (terapia causale)
  3. terapia parodontale chirurgica (se necessaria)
  4. terapia di mantenimento/supporto

1. Controllo dei fattori di rischio 

La parodontite è un’infezione causata dalla presenza di batteri.
I batteri sono presenti nella placca batterica.
Oltre all’infezione batterica esistono fattori chiamati CONCAUSE che facilitano l’insorgenza e aumentano la progressione della parodontite.
Controllare i fattori di rischio rappresenta il primo passaggio fondamentale per iniziare una terapia EFFICACE della parodontite.

Cosa significa controllo dei fattori di rischio?

  1. LAVARE I DENTI CORRETTAMENTE
    Insegnare una tecnica corretta di eliminazione della placca batterica dalle superfici dei denti. La tecnica corretta si concentra su modalità-tempo-strumenti. 

    L’istruzione sullo spazzolamento implica insegnarvi con che cosa, quando, dove e come pulire i denti. Risultano importanti anche frequenza, durata, modalità, forza, tecnica, sequenza di spazzolamento, modo di impugnare lo spazzolino, superfici di difficile accesso. Le abitudini legate a questa pratica sono acquisite a casa e possono essere controllate e corrette periodicamente con l’istruzione professionale da parte dell’igienista dentale.

    Occorre spazzolare i denti in modo corretto, per un tempo adeguato e con gli strumenti idonei ad ottenere l’unico fondamentale obiettivo: ELIMINARE I BATTERI DALLA BOCCA
  2. SMETTERE O RIDURRE DRASTICAMENTE IL FUMO
    Il fumo riduce la possibilità di guarigione ottimale dei tessuti
    Il fumo riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti modificando anche la risposta immunitaria
    Il fumo influenza negativamente le nostre terapie e vanifica i tuoi sforzi nel cercare di contrastare la parodontite
    Il fumo aumenta la velocità di progressione della parodontite. In poche parole i tessuti di sostegno si distruggono più rapidamente.
  3. CONTROLLARE IL DIABETE
    Il controllo della glicemia nei soggetti diabetici rappresenta un altro aspetto fondamentale per aiutarci e aiutarvi a trattare la parodontite.
    L’iperglicemia rappresenta un fattore di rischio anche per l’esordio della malattia.
  4. DIETA
    Essendo la parodontite una malattia a carattere infiammatorio, una dieta pro-infiammatoria ( per esempio ricca di carboidrati ) complica la gestione della parodontite.
  5. CONTROLLO DEL PESO E ATTIVITÀ FISICA
    L’obbiettivo dell’attività fisica è quello di ridurre il rischio di una risposta infiammatoria generale eccessiva nei pazienti con parodontite.
    È anche ampiamente risaputo che una moderata e costante attività motoria influisce positivamente sull’ “efficienza” del sistema immunitario la cui funzione è indispensabile nel contrastare esordio e progressione della parodontite.

2. Terapia parodontale non chirurgica (terapia causale)

La terapia della parodontite non chirurgica è la seconda (e spesso l’ultima) e importantissima fase della terapia. 
È ovviamente eseguita in studio dal dentista e dall’igienista.
Consiste in un intervento professionale volto all’eliminazione diretta dei fattori di rischio. 

In breve asportazione della placca batterica e del tartaro sopra e sottogengivale. 

Guarda il video dello Scaling

Apertura di spazi tra i denti e spostamento dei denti

In questa fase si impiegano 

  • strumenti ad aria pressurizzata.
  • strumenti manuali chiamati scalers e currettes.
  • strumenti a ultrasuoni (ablatori).

I tempi di trattamento possono prevedere:

  • un trattamento in 1 seduta di entrambe le arcate ( mascella e mandibola) – tra le 3 e le 5 ore di seduta –
  • un trattamento in 2 sedute   – tra le 2 e 3 ore a seduta –
  • un trattamento in 4 sedute   – tra 1e 2 ore a seduta –
  • raramente un trattamento in 6 sedute – circa 1 ora a seduta –

Il numero di interventi NON influisce sugli esiti della terapia quindi la decisione dei tempi di trattamento dipende :

  • dalle caratteristiche psico-fisiche del paziente 
  • dalla disponibilità di tempo del paziente
  • dalla gravità della parodontite

NELLA PARODONTITE LE RADICI DEI DENTI SONO MOLTO CONTAMINATE

È assolutamente fondamentale pulire perfettamente le tasche parodontali levigando le radici dei denti. 
Perché? Perché i batteri più aggressivi si annidano soprattutto nelle tasche profonde.

Gran parte della terapia attiva e diretta della parodontite si svolge in questa prima fase non chirurgica. 
Se la terapia è ben eseguita gran parte delle tasche gengivali si possono risolvere o ridurre entro valori compatibili con lo stato di salute.

Cosa significa?
Significa che i dati della letteratura scientifica indicano la probabilità di risolvere, in questa fase, oltre l’80% delle tasche fino a 6mm.

La rivalutazione del paziente trattato in questa prima fase viene eseguita minimo 3/6 mesi dopo il termine della terapia non chirurgica. 

In che cosa consiste la rivalutazione

NOTA BENE:

  • Se alla fase di rivalutazione il paziente presenta tasche ridotte/risolte o si trova in uno stato di salute parodontale si passerà alla fase di mantenimento/supporto.
  • Se alla fase di rivalutazione il paziente presenta tasche ancora profonde con segnali di malattia in fase attiva, verrà ripetuta la terapia NON chirurgica che potrà essere generale o eseguita localmente solo a livello dei siti che esprimono malattia attiva.

In che cosa consiste la fase di mantenimento/supporto

3. Terapia parodontale chirurgica

DEVE ESSERE CHIARO CHE:

  1. la terapia chirurgica non è un’alternativa alla terapia non chirurgica ma, eventualmente, una fase successiva.
  2. la terapia chirurgica si esegue solo quando con la terapia non chirurgica non si riescono a ridurre le tasche gengivali indotte dalla parodontite.
  3. la terapia chirurgica si esegue solo se il paziente ha un ottimo controllo della placca batterica con l’igiene domiciliare. Se questa condizione non è presente il fallimento della terapia chirurgica è garantito.

Esistono 3 tipologie di terapie chirurgia che hanno indicazioni molto diverse tra loro.

  • Terapia chirurgica resettiva
  • Terapia chirurgica rigenerativa
  • Terapia chirurgica di accesso

Terapia chirurgica resettiva: si esegue per correggere i difetti di forma dei tessuti causati dalla parodontite. Se tali difetti non vengono corretti la possibilità di arrestare la progressione della parodontite si riduce in maniera determinante.

Terapia chirurgica rigenerativa: si esegue allo scopo di RIGENERARE i tessuti di supporto dei denti distrutti dalla parodontite (si rigenera l’osso perduto. In realtà si rigenera tutto il parodonto, ma è un concetto un po’ complicato da esprimere).
A tale scopo si impiegano biomateriali sintetici o naturali che vengono collocatinei difetti da correggere.

Tutte le terapie chirurgiche rigenerative sono, oggigiorno, POCO INVASIVE e, se eseguite da mani esperte, MOLTO EFFICACI.

Terapia chirurgica di accesso: si esegue allo scopo di aumentare la visibilità dell’operatore in siti difficilmente raggiungibili a causa del numero di radici ( per esempio i molari che hanno 2 o 3 radici ) o a causa di tasche particolarmente profonde ( oltre i 6 mm di profondità ). Quindi si esegue questo tipo di chirurgia per riuscire a decontaminare zone che altrimenti rimarrebbero infette.

Tutte le terapie chirurgiche sono assolutamente indolore sia durante che dopo la chirurgia. La condizione è che i trattamenti vengano eseguiti da professionisti esperti. 

4. Terapia di mantenimento/supporto

La quarta fase della terapia parodontale è destinata a mantenere la bocca senza i batteri responsabili della parodontite.
La terapia di mantenimento si pone l’obiettivo di consolidare i risultati raggiunti con le precedenti fasi della terapia.
Non organizzare la fase 4 della terapia significa vanificare tutti gli sforzi fatti per curare e guarire la parodontite.

Il razionale alla base della terapia di mantenimento è il seguente:

  • i batteri aderiscono alla superficie dei denti sia sopra che sotto le gengive
  • questa aggregazione batterica si chiama Biofilm
  • per eliminare in modo efficace il Biofilm soprattutto sotto il livello della gengiva è necessario un intervento professionale
  • è fondamentale l’assenza di depositi calcificati -TARTARO- che solo l’intervento dell’igienista potrà rimuovere

CON CHE FREQUENZA SI ESEGUE LA TERAPIA DI MANTENIMENTO?

  • La terapia di mantenimento deve essere eseguita ogni 3 mesi (quindi 4 appuntamenti annuali) durante il primo anno successivo alla conclusione della terapia parodontale completa.
  • Dopo il primo anno la frequenza potrà essere ridotta a 4 mesi (quindi 3 appuntamenti annuali)
  • L’impostazione della frequenza dipende dal livello di igiene orale che il paziente riesce a mantenere con le tecniche di igiene domiciliare

È dimostrato che il paziente mantiene un livello di attenzione e sensibilizzazione all’igiene orale, determinanti per stabilizzare i risultati di tutta la terapia, solo se ha appuntamenti ricorrenti di controllo presso lo studio professionale. 

COSA VIENE ESEGUITO DURANTE L’APPUNTAMENTO DELLA TERAPIA DI SUPPORTO?

  • verifica dei livelli di igiene orale
  • individuazione delle aree dove il paziente non riesce a rimuovere il Biofilm Batterico
  • riverifica delle tecniche efficaci di igiene orale domiciliare
  • ricerca e controllo di siti dove ci sia un sondaggio significativo della tasca gengivale
  • ricerca e controllo di siti che esprimono segni compatibili con una fase attiva della parodontite
  • ricontrolli radiografici
  • eliminazione di tutto il Biofilm e Tartaro sopra e sotto gengiva

Dai punti esposti sopra si deduce che terapia di supporto non significa seduta di igiene orale come è comunemente intesa (purtroppo anche da molti dentisti).

QUANTO DEVE DURARE LA TERAPIA DI SUPPORTO?
La terapia di supporto deve durare fino a quando il paziente vuole mantenere lo stato di salute della propria bocca.
QUINDI?

Essendo implicito che tutti noi vogliamo mantenere PER SEMPRE lo stato di salute:

  1. LA TERAPIA DI SUPPORTO DEVE DURARE PER SEMPRE
  2. NON È NORMALE PERDERE UN DENTE !!!
    Esiste la percezione sociale che perdere i denti sia un nomale processo legato all’invecchiamento:
    la malattia è così diffusa  (70%di persone oltre i 65 anni) che perdere i denti è ritenuto normale 
  3. CURARE LA PARODONTITE È UNA QUESTIONE DI SALUTE GENERALE 

Leggi rischi legati alla parodontite.

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