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IMPORTANTISSIMA prima cosa da sapere: parodontite e malattie cardiovascolari si sviluppano senza sintomi evidenti!!!
Progetto Connexus è nato per informare e prevenire il diabete, le malattie cardiache e la parodontite perché sono malattie gravi e strettamente correlate.
Numerosi studi, in questi ultimi vent’anni, hanno evidenziato l’associazione tra la parodontite (malattia Parodontale, una volta definita Piorrea) e le malattie cardio-vascolari.
La parodontite è una malattia cronica infiammatoria che colpisce irreversibilmente e progressivamente i tessuti di sostegno dei denti causandone la perdita se non viene intercettata e curata. Le stime più recenti indicano che circa 3 miliardi di persone nel mondo (il 50% della popolazione globale) ne è affetta. Dato sicuramente sottostimato (sfuggono agli screening strati numerosi di popolazioni dislocate in remote località in ogni continente). In Italia 1 persona su 2 è affetta da varie forme di parodontite e il 10% in modo severo con rischio imminente di perdita dei denti.
La diffusione della parodontite e la conseguente perdita di denti crea forme specifiche di disabilità che perdurano per un numero di anni maggiori rispetto ad ogni altra patologia. Le disabilità sono:
Le malattie cardio-vascolari o più correttamente atero-cardio-vascolari annoverano un gruppo di patologie; tra queste l’ictus e l’infarto costituiscono la prima causa di morte al mondo. Altre comuni malattie cardiovascolari riguardano:
L’ictus e l’infarto sono eventi acuti, improvvisi, dovuti alla riduzione, più o meno severa, dell’apporto di sangue al cervello (ictus) o al cuore (infarto). L’impedimento al libero passaggio di sangue è principalmente dovuto a depositi di grasso sulle pareti delle arterie o alla presenza di coaguli (i trombi) che, staccandosi dalle pareti dei vasi sanguigni (anche da sedi distanti da dove procureranno il danno), ostruiscono piccole arterie magari in prossimità di organi vitali come cuore, polmoni, cervello.
Ma come sono legate la parodontite e le malattie cardiovascolari?
Esistono evidenze scientifiche certe che i continui passaggi nella circolazione sanguigna di batteri coinvolti nella parodontite mantengano e aumentino l’infiammazione generale dell’organismo. Gli elevati livelli di infiammazione generale costituiscono un grave fattore di rischio per la progressione e l’aggravamento delle malattie atero-cardio-vascolari.
Sappiamo che parodontite e malattie atero-cardio-vascolari sono patologie infiammatorie e l’infiammazione generale dell’organismo ha un ruolo, peggiorativo, fondamentale.
Nella parodontite accade che i batteri, co-responsabili della malattia, inducono una risposta di difesa del nostro corpo (attacco=difesa).
È una risposta di difesa infiammatoria e immunitaria che paradossalmente crea, nel tentativo di difenderci, molti danni sia ai denti (e precisamente ai tessuti di sostegno dei denti) che indirettamente a livello generale dell’organismo.
Oltre a quanto detto occorre sapere che i pazienti ammalati di parodontite hanno continue batteriemie ossia ingresso dei batteri, che troviamo sotto le gengive (tasche parodontali), nel circolo sanguigno. Anche questo fenomeno concorre ad aumentare l’infiammazione generale del corpo.
La presenza di alcune specie batteriche della parodontite ha mostrato essere responsabile di un aumento del rischio di infarto tra le 2.5 e le 3 volte rispetto ai soggetti senza malattia parodontale e quindi senza alcuni specifici batteri.
Nelle malattie atero-cardio-vascolari (responsabili in Europa del 45% delle morti totali) le cellule e le molecole dell’infiammazione (vedi paragrafo 3 parametri biochimici o markers) facilitano la deposizione di placche di grasso sulle pareti dei vasi sanguigni impedendo il regolare afflusso di sangue ai vari organi.
Si deduce, da queste poche righe, che l’infiammazione generale del nostro organismo va assolutamente tenuta sotto controllo perché sembra essere tra le maggiori responsabili del peggioramento e della progressione delle malattie di cui stiamo parlando: parodontite e patologie atero-cardio-vascolari.
L’aterosclerosi è una patologia dei vasi sanguigni che produce, semplificando, un ispessimento della loro parete interna a causa della deposizione di molecole di grasso (placche aterosclerotiche) a bassa densità (quello che viene comunemente definito colesterolo LDL o colesterolo cattivo).
Le pareti di vene e arterie hanno un meccanismo di funzionamento (si parla di funzione endoteliale) che nelle fasi precoci della malattia si “inceppa”.
Ancora una volta l’infiammazione gioca un ruolo determinante in tutti questi aspetti: cellule e molecole infiammatorie oltre a facilitare la formazione delle PLACCHE aterosclerotiche sono responsabili del possibile distacco di frammenti di esse (frammenti definiti trombi) che raggiungendo piccoli vasi sanguigni periferici ne possono determinare l’occlusione bloccando l’apporto di sangue a cuore (infarto), cervello (ictus), polmoni (embolia)…
Ma qual è il ruolo della parodontite?
Esistono un’influenza diretta e una indiretta.
Come valutare l’infiammazione generale (sistemica)?
Esistono dei parametri biochimici (markers) che aumentano e danno una misura dell’infiammazione generale (sistemica). Tra i più importanti:
Esistono fattori di rischio che concorrono a favorire lo sviluppo delle malattie atero-cardio-vascolari. Tali fattori di rischio sono condivisi con la malattia parodontale.
Esistono fattori di rischio legati allo stile di vita:
In genere essi sono collegati ad altri parametri che aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari:
I pazienti che hanno malattia parodontale è altamente probabile abbiano questi fattori di rischio in varie combinazioni e dovranno essere inviati presso il medico di base per le opportune indagini che possano accertare o escludere una patologia cardio-vascolare che, come specificato, ha un esordio senza sintomi per il paziente.
I pazienti devono sapere che il rischio di complicanze cardio-vascolari (in particolare infarto e ictus), in presenza di parodontite, è molto più elevato rispetto a pazienti senza parodontite.
Molti studi scientifici hanno evidenziato, dopo terapia della parodontite, un miglioramento dei parametri prima elencati (vedi anche correlazione parodontite-diabete).
È inoltre interessante notare come alcune ricerche abbiano evidenziato un deciso miglioramento dei parametri, dopo terapia parodontale, soprattutto in pazienti non fumatori e non in sovrappeso. Si può dedurre come dieta – attività fisica moderata ma costante – assenza di fumo migliorino la qualità di vita dei pazienti.
I pazienti con malattia atero-cardio-vascolare accertata dovranno seguire un programma di controlli ed eventualmente di trattamento della parodontite per evitare l’aumento del rischio di complicanze.
Ne deriva che, in una prospettiva di prevenzione, la collaborazione e sinergia professionale, tra i dentisti da un lato e altre figure specialistiche (compresi i medici di base) dall’altro rappresentano un elemento imprescindibile e fondamentale.